Giannina Noseda - Cecco e Bigia

Personaggi
il Calzolaio
la Moglie
gli Gnomi
il Cacciatore
due damigelle
la neve
gli Angeli
il Narratore

(Scena: il deschetto del calzolaio con due sedie)

Narratore
Un calzolaio, non per colpa sua, era diventato così povero che gli era rimasto solamente il cuoio per fare un paio di scarpe.

Moglie
Marito mio, siam proprio disgraziati!
Tutti i nostri risparmi son sfumati,
siam vecchi e senza figli. Che faremo?

Calzolaio
(lavora)
Coraggio, Bigia mia; forse potremo
aver domani qualche soldarello.
Lo vedi questo cuoio? È forte e bello,
adatto a far stivali; questa sera
lo taglio, poi diciamo una preghiera
e quieti quieti ce ne andiamo a letto;
domani all'alba siederò al deschetto,
farò un lavoro fine e ben curato
e poi lo andremo a vendere al mercato.

Moglie
Tu sei sempre sereno, Cecco mio!
Andiamo a letto, e ci protegga Iddio.

(musica, preghiera, escono)


(entrano gli gnomi scalzi e poveramente vestiti, fanno un giro e dispongono intorno al deschetto; poi cantano)

Gnomi
(lavorano)
Nessuno mai ci può veder,
ma siamo esperti del mestier.
Che importa se piccini siam?
Attenti e lesti lavoriam
con alacrità
e serietà.
Pam pam,
col martello noi battiam
e lo spago poi tiriam.
Batti qui, batti là, tira in su, tira in giù,
prima io, poi tu.
Ma quando il sol sta per spuntar
a casa lesti noi dobbiam tornar.

(via)

Calzolaio
Mi piace andare a letto di buon'ora
(entrando) e alzarmi presto, appena vien l'aurora,
per sedere tranquillo al mio deschetto. Vediamo
un po': la lésina, il trincetto, chiodi, martello,
spago; e dov'è andato il mio cuoio che avevo già tagliato?

L'avevo messo qui, ne sono certo...
Il cassetto era chiuso, ed ora è aperto...
Qui ha toccato qualcuno. Dio m'aiuti,
due stivali! Da dove son piovuti?
Comparsi qui da soli, tutto a un tratto...
O Bigia, corri, che divento matto!

Moglie
(accorre)
Ti senti male, Cecco? Che ti piglia?

Calzolaio
O Bigia, guarda qui che meraviglia!

Moglie
Quando li hai fatti?

Calzolaio
Non li ho f atti io,
questo è certo un miracolo di Dio!
Osserva bene queste cuciture,
sono un capolavoro, credi pure.



(mentre osservano arriva il cacciatore)

Cacciatore
(canta)
Con la freccia e l'arco
giunge il cacciator,
per dirupi e anfratti
sale senza timor.
lalalà...
(si ferma)
Che splendidi stivali! Li vendete?

Calzolaio
Certo, bel giovanotto; qui, sedete
e provate a calzarli.

Cacciatore
Son perfetti!
Ed il prezzo qual'è?

Calzolaio
Due scudi netti.

Cacciatore
Ve ne do quattro; un simile lavoro
dovrebbe esser pagato a peso d'oro.

Calzolaio
Io vi ringrazio; vi compensi
lddio guidando i vostri passi.

Cacciatore
Grazie, addio!
(si allontana cantando)
Sulla bianca neve
o sui prati in fior,
lesto, ardito e lieve
passa il cacciator.
lalalà...

(anche il calzolaio e la moglie escono)



Narratore
Con il denaro avuto dal cacciatore il calzolaio poté comperarsi tanto cuoio da fare due paia di scarpe.

Moglie
(entrando)
Avevi ben ragione, Cecco mio
bisogna sempre avere fede in Dio.

Calzolaio
Ieri ti lamentavi disperata,
e la fortuna è giunta inaspettata.
Questo cuoio è davvero dei più fini;
voglio farne due paia di scarpini
leggeri ed eleganti; questa sera
(lavora)
li taglio, poi diciamo una preghiera
e andiamo a letto; domattina presto
mi metterò al lavoro appena desto.

(musica, preghiera, escono)

Narratore
Allo scoccare di mezzanotte, giunsero saltellando alcuni omini vestiti assai miseramente, ma molto graziosi; si misero al deschetto, presero il cuoio pronto per l'indomani e con le loro manine si misero a battere, forare, e cucire, tirare lo spago con straordinaria rapidità. Non si fermarono finché non videro scarpe finite e pronte sul deschetto; allora rapidamente, scomparvero saltellando.

(un nano entra, posa le scarpe ed esce; entra il calzolaio)

Calzolaio
Dopo una buona notte, volentieri
torno al lavoro preparato ieri.
Ma guarda qui! Le scarpe son finite
proprio a regola d'arte, ben cucite...
Bigia, vieni a vedere che splendore!

(accorre la moglie)

Moglie
Questo è un altro regalo del Signore!



(musica, entrano danzando le due damigelle)

Prima damigella
Che graziosi scarpini! Li vendete?

Calzolaio
Certo, belle figliuole; qui, sedete
e provate a calzarli.

Seconda damigella
Sono un guanto!

Prima damigella
Sembran fatti per me.
Seconda damigella
Vanno d'incanto!

Prima damigella
Per andare a ballare son perfetti.

(danzano)

Seconda damigella
E il prezzo?

Calzolaio
Quattro scudi netti netti.

Prima damigella
Ne valgono di più;
per conto mio li pago il doppio.

Seconda damigella
Pago il doppio anch'io.

Calzolaio
Otto scudi son molti;
che il Signore vi ricompensi.
Damigelle
Addio.

Calzolaio
Grazie di cuore.

(escono tutti)



Narratore
Da allora in poi le cose andarono avanti così; il calzolaio alla sera preparava il lavoro e al mattino lo trovava fatto tanto bene, che i compratori aumentavano continuamente; in poco tempo egli si trovò a vivere senza pensieri e alla fine poté dirsi quasi ricco. Ora avvenne che una sera, verso Natale, l'uomo preparò come al solito il cuoio tagliato e, al momento di andare a letto, disse alla moglie:

Calzolaio
(entrando)
Io taglio il cuoio, un altro lo lavora,
e chi sia questo amico non so ancora.
Mi è venuta l'idea di rimanere
alzato questa notte, per vedere
chi mi dà questo aiuto generoso.

Moglie
Tu non sei solo ad essere curioso;
sto alzata anch'io; mettiamoci a sedere
dietro la tenda; lasciamo un candeliere
con la candela accesa sul deschetto,
e quello crederà che siamo a letto...

(mette il candeliere, poi si nascondono)

Gnomi
(entrano, fanno un giro e cantano)
Nessuno mai ci può veder...

(via)

Calzolaio
(uscendo dal nascondiglio)
Hai visto?

Moglie
(uscendo dal nascondiglio)
Hai visto?

Calzolaio
Erano ben graziosi,
Così vivaci, allegri e laboriosi!

Moglie
Ma scalzi e malvestiti. Cecco, ascolta,
tocca a noi d'aiutarli a nostra volta.
Tu fai le scarpe; io cucirò giubbetti,
calzoncini, camicie, cappuccetti,
così a Natale avremo pronti i doni
per quegli omini generosi e buoni.

Calzolaio
Questa, Bigia, è un'idea proprio geniale!
Quasi vorrei che fosse già Natale!

(escono)



Narratore
Mentre il calzolaio e sua moglie erano occupati nei loro preparativi, giunse la notte del santo Natale. Sulla terra nevicava, in cielo gli Angeli cantavano la ninna-nanna al Bambino Gesù.

(gli Angeli entrano, suonano una ninna-nanna e si dispongono ai lati della scena)

Neve
(entra con musica, poi recita)
Scendono le stelline
dal cielo a mille a mille,
avvolte in bianco velo.
La terra desolata
copron silenti e pure
d'una coltre gemmata.
Benedice la Madre
quel prezioso mantello
ed il Cielo saluta
col sorriso più bello. (1)

(via)

Calzolaio
(entra con la moglie, portando una cesta)
È tutto pronto, Bigia?

Moglie
Tutto, Cecco;
ecco i cappucci,
ecco i vestiti,
ed ecco le scarpettine.

Calzolaio
Dove li mettiamo?

Moglie
Sul tuo deschetto.

Calzolaio
Bene, incominciamo.

(dispongono i doni in silenzio; musica degli Angeli;
suona mezzanotte)

_________________________________
(1) Poesia di Emma Minoja.

Calzolaio
È mezzanotte! Lesta, Bigia, lesta
dietro la tenda, per goder la festa.

Moglie
Ma forse questa notte non verranno...

Calzolaio
Zitta, per carità, mi vien l'affanno!...

Moglie
Arrivano, li sento!

Calzolaio
Meno male!

Insieme
Grazie di cuore, omini, e buon Natale!

(si nascondono dietro la tenda mentre entrano gli gnomi)

Gnomi
(cantano)

Che mai vediam?
Che mai troviam?
Non più da lavorar.
(battono le mani in ritmo)
Un vestitin,
un giubbettin
già pronti da infilar!
Chi per noi pensò?
Chi li preparò?
(mentre cantano si vestono)
Grati noi li indossiam,
cantiam.
Belli ora siam,
ricchi ora siam,
per sempre ce ne andiam.
Più non verrem,
non tornerem,
ma fortuna sempre gli darem!

(via)





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